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Gennaro extra moenia, una porta tra passato e futuro

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Rione Sanità

Il Rione Sanità

il Rione Sanità, ci accoglie ormai dalla nascita e ci coinvolge quotidianamente nelle sue sfide e gioie. Qui hanno abitato i popoli a sud e ad est di Napoli, dagli africani ai cinesi, qui un tempo transitavano in carrozza papi, re e cardinali, qui le nostre chiese non sono soltanto prodigiose gallerie ma case di accoglienza, di pace e di progettazione. Qui le Basiliche coltivano la fede tra mille contraddizioni, distillano la carità su ferite costantemente aperte, sognano senza posa nelle notti insonni. Il nostro intento è volto a sostenere il riscatto di questo quartiere. Riscatto possibile da realizzare nella misura in cui viene valorizzata la sua storia bimillenaria.

È con questa determinazione che ogni giorno ci impegniamo senza posa ad individuare come agevolare la promozione sociale della nostra gente, troppo spesso dimenticata o misconosciuta, ridotta agli eventi di cronaca che certamente avranno raggiunto anche Lei e che vanno però interpretati alla luce dei volti e degli sguardi dei bambini che popolano questi vicoli, delle lacrime delle loro mamme che inventano la vita ogni ora tra mille angustie, dei loro papà che stentano a condurli verso un domani diverso, finalmente migliore.

Alla Valle del Tufo ci capita di frequente di condividere le esperienze con ascoltatori attenti e solleciti, che spesso, coinvolti dalla vivacità degli eventi, scelgono, come l’Associazione “Altra Napoli” e le Fondazioni Vismara, Un Raggio di Luce, per il Sud, di non limitarsi più ad assistere ma di partecipare. È così che la vita segue un nuovo corso insospettabile, che ogni volta ci incanta e ci fa alzare la posta della speranza.

Ci siamo accorti molto presto, come i musicisti sulla via di Brema nella favola dei fratelli Grimm, che da soli non sapevamo dare forma al nostro avvenire e che coltivavamo passioni intristite dalla prospettiva di un futuro troppo incerto ed inattendibile.

Abbiamo, allora, unito le nostre preoccupazioni con le fantasie che ci visitavano, quando provavamo ad interrogarci sul da farsi. Il bilancio delle risorse, dei talenti e delle virtù ci ha regalato tante idee, fra cui quella di destinare all’ospitalità non solo parte dei locali del convento ma lo stesso Rione con le sue Catacombe e le sue Basiliche. Ecco che potevamo fondere insieme l’amore per la cultura e l’attitudine all’accoglienza, creando posti di lavoro, occasioni di riscatto e di futuro per i nostri giovani della Sanità. Segni concreti per contraddire la critica staticità del presente.

Ci siamo stupiti di veder funzionare i progetti che avevamo immaginato insieme, e di dover scardinare, conseguentemente, le credenze pessimistiche in cui ci trovavamo immersi. È dunque possibile trovare sbocchi occupazionali per guadagnarsi da vivere con onestà ma anche con gusto, sperimentando il piacere di investire i propri talenti in un’impresa in cui credere e che, giorno dopo giorno, cresce. Sì, abbiamo potuto riconoscere e dovuto ammettere questa possibilità. Certo le cose qui alla Valle del Tufo sono difficili, vanno a rilento e prevedono sempre e comunque tagli e rinunce. Questo, tuttavia, non ci impedisce di coltivare la speranza anche se capiamo che occorre tenere a freno l’ambizione, rischiando talvolta di mortificare quello stesso “spirito imprenditoriale” che pure tanto stiamo cercando di suscitare e diffondere.

Scusateci per le tante parole, ci siamo forse dilungati eccessivamente, lasciandoci trasportare dall’enfasi, ma volevamo condividere questa avventura nella speranza che tutti voi possiate presto diventare nostri compagni di viaggio.


I giovani della Cooperativa del Rione Sanità
“La Paranza” onlus