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Gennaro extra moenia, una porta tra passato e futuro

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Catacomba di San Gaudioso


Ora scendiamo a visitare la sottoposta chiesa cimiteriale… di Santa Maria della sanità. La quale è quell’antichissima di cui abbiamo già fatto parola, che venne edificata primamente all’ingresso del cimitero di s. Gaudioso, e poscia rimodernata come vedesi nel secolo XVII. Gli alterini laterali son distinti da pilastrini striati... la tribuna è fiancheggiata da due colonne di verde di Calabria... nella curva dell’abside corrono tre nicchie arcuate ...Sotto il maggiore altare e i 10 altarini laterali sono altrettanti corpi di Santi Martiri, portati in Napoli nel 1616 dal p. Timoteo Casella Domenicano vescovo in Marsico e con solenne processione collocati qui come si vedono...

...La Catacomba di S. Gaudioso... si apre a [destra] del maggiore altare... Vedi primamente la cella di S. Gaudioso con altare nel mezzo e grande arcosolio in fondo col sottoposto loculo, è tutta a grosso musaico figurante l’imagine del Santo... di sopra è l’iscrizione parimente a musaico... A dritta dello spettatore è un’altra simile cella con grande arcosolio con croce gemmata, e un loculo sottoposto, credesi la tomba di S. Nostriano; sotto la volta è la testa di Cristo, pregevolissima pittura del secolo V... la quale richiama l’attenzione degli archeologi ed artisti. A manca... cominciamo a percorrere l’ambulacro grande circondato da cripte... sul principio di questo grande ambulacro percorso vedesi una scala, è tutta opera moderna, che mena ad alcune celle fatte nel secolo XVII, come usavasi in quasi tutte le chiese ove erano grandi sepolture. Queste sono le cosiddette “cantarelle”, cioè delle nicchiette a foggia di sedie con vasi sottoposti praticate nel tufo, vi si metteva a sedere il morto colla testa fermata in un buco nella parete, ciò dicevasi “scolare”, per modo che nel vase ne colassero i visceri, e il cadavere di rasciuttasse, e dopo alcun tempo rivestivasi di abiti e serbavasi o interravasi; di qui presso il popolo nostro “scolare” vale “morire”.

Fu poi vandalica l’idea nel 1636, che distrusse tante pitture cimiteriali, quella di incastonare e calcinare i cadaveri ritti nelle pareti della catacomba, come vedonsi d’intorno; non sappiamo però se ve li collocassero così subito dopo morte, o dopo toltili dalle “cantarelle”. Notiamo finalmente come sia falso che in questa catacomba fosse stata anticamente dipinta la serie dei vescovi napolitani.